“Dall’alto le cose si vedono da una prospettiva migliore.
Ho visto come è sopravvissuto il lupo.
Un’operazione chirurgica dopo l’altra anche se tutto ciò che aveva desiderato era andato perso.
E vedo tutti i giorni compiersi le vie del destino che spesso dalla terra appaiono incomprensibili .
Eh si dall’alto si capisce che il destino non è cieco come sembra e che a volte siamo noi a portarlo per mano proprio dove vogliamo.
Che bello quando le storie finiscono bene anche perché non tutte finiscono bene.
Ma sono due le persone che scendo a trovare più volentieri . Beh non c’è bisogno che vi dica chi sono.
Da loro ho fatto molta fatica a separarmi.
Ci sono momenti nei quali li vedo in difficoltà e vorrei tanto poter dar loro una mano ma l’unica cosa che posso fare è …… far soffiare il vento.
Una poesia giapponese dice: La campana del tempio tace ma il suo suono continua a uscire dai fiori.
Bella eh.
Ma la cosa più bella è vedere la vita che rinasce nelle persone che conosci, che ami.
Se il mondo potesse fermarsi nel momento migliore in cui tutto sembra essere perfetto.
Se Potesse…..
Flavia Ayroldi”
Con questa frase si concluso il Ris ieri sera.
Dopo le consuete lacrime di rito (sono sensibile e i lieto fine mi fanno sempre piangere) e mi sono fermata a riflettere sul destino e sul suo corso.
Mi chiedo se a volte è il destino che ci fa compiere delle azioni o siamo noi che ce lo costruiamo giorno per giorno.Perché se il destino è segnato perché deve farci compiere i passi che ci portano a soffrire?
Io guardo spesso al passato e, a seconda dell’umore mi domando il senso di certe cose.
A volte sono fatalista è dico “Si vede che doveva andare così”, mentre altre mi dico “ Ma possibile che non ne vada mai una dritta”.
Ci si ferma a dare dei bilanci alla nostra vita, al nostro continuo vivere di cui non siamo quasi mai contenti, o forse quasi mai felici.
Riusciamo a ricordare con più facilità il dolore che la felicità. Sarà per quello che ne apprezziamo con maggior vigore il suo arrivo.
Si certo di sti tempi non mi posso lamentare. Ho un lavoro e una quasi famiglia (siamo in due ma si vede che deve andare così). Ma ci si trova spesso chiedersi se le scelte che facciamo portano a un bene o a un male.
Guardando la gente che mi circonda mi chiedo se in generale siamo veramente felici o è uno status che decidiamo di avere anche se ci va stretto ma…. Va bene così.
Ho visto gente attaccarsi a una persona per la sola paura di restare soli e credere che non sia possibile andare avanti mentre ho visto lottare contro un destino avverso da tutti i fronti ma venirne fuori.
Ho visto gente scoraggiarsi pensare che non ci sia niente da fare e giungermi la notizia che questa persona si era buttata sotto un treno. Aveva paura di vivere ma non di morire. (“Ciao Orietta, cono passati tanti anni ma oggi ho vivo il tuo ricordo.”).
Ho avuto un amico che ha a lungo cercato la felicità e quando finalmente la aveva trovata un pazzo gli ha tolto la vita (“Ciao Vincenzo, un saluto è doveroso”) e poi non saprei.
Potrei pensare a tutte quelle persone che conosco che hanno lasciato questo mondo. Lasciando un segno nel cuore. Mio padre, mio nonno, o il recentissimo Daniele. E il destino non poteva fare una eccezione??
Un ragionamento egoista lo so. Qualcuno deve andare e qualcuno deve venire, ma si spera sempre che il dolore non ci tocchi da vicino ma che vada a colpire qualcun altro.
Buh credo di essere andata fuori tema un’altra volta, E’ la prassi ma il mio blog serve ad esprimere cio che sento….. Una via libera ai sentimenti del momento.
Ciao e grazie della visita
Leila